Luigi Groto detto il Cieco d’Hadria (Adria, 7 settembre 1541–Venezia, 13 dicembre 1585)
si può ritenere uno dei più illustri cittadini adriesi. Questo personaggio così affascinante,
caratterizzato da una vita dedicata alle arti, è conosciuto ancor oggi anche all'estero.
"Multum animo vidit, lumine captus erat” benché fosse privo della luce degli occhi, vedeva
coll’animo molto più degli altri (Ovidio, Fasti, VI, 101). Questa iscrizione, presente nello
stemma del Comune di Taglio di Po, testimonia la personalità e l’incidenza storica di
questo studioso e il suo legame con l’evoluzione del Delta del Po.
Figura intensa e poliedrica fu un celebre drammaturgo, poeta, filosofo, musicista.
Fanciullo prodigio tanto da essere inviato a Venezia a rappresentare in una solenne
occasione la città di Adria davanti alla regina di Polonia, fu membro di varie Accademie
letterarie, tra cui quella di “Umanae Litterae” di Adria, l’”Accademia degli Addormentati” di
Rovigo ed istituì una propria scuola, ad Adria, chiamata l’Accademia degli Illustrati.
Fece, inoltre, ingresso nell’Accademia dei Pastori Frattegiani, che si raccoglievano attorno
al Bonardo, grande amico e sodale del Cieco, e frequentò, gli accademici dell’Eolia di
Costozza (VI). Su una recente pubblicazione del Consorzio Pro Loco Colli Berici, per
promuovere il territorio, viene citata proprio una frase di Luigi Groto tratta da una lettera
che il cieco d’Adria scrisse al nobile Francesco Trento: “Mai non mi scorderò di Costoggia,
la qual se fosse in Oriente crederei che fosse un Paradiso terrestre…”.
Il letterato adriese acquisì notorietà tanto che ebbe a ricevere un ritratto eseguito, a dar
credito alle parole dello stesso Groto, da Jacopo Tintoretto.
L’opera drammatica più famosa di Luigi Groto è l’Hadriana (1578), prima grande tragedia
manieristica del Cinquecento, che ispirò Shakespeare per il suo “Romeo e Giulietta”.
L’Hadriana del Groto, infatti, ebbe un grande successo editoriale, tanto da consolidare la
fama del Cieco fino in Inghilterra. L’Hadriana del Groto fu rappresentata anche nella loggia
di Villa Emo Capodilista detta anche la “Montecchia” a Selvazzano (PD) (nella stessa
loggia si leggono ancora le iscrizioni che richiamano a questa rappresentazione teatrale).
Nel 1569 Luigi Groto pronunciò davanti al Doge Loredan un’orazione per sollecitare
l’attuazione del taglio di Porto Viro, per regolare le acque del Delta del Po e soprattutto per
evitare l’interramento di Venezia. Grazie a quell’intervento si è formato il Delta come lo
vediamo ora.