VILLA NANI MOCENIGO
Arrivando a Canda si rimane subito incantati dalla scenografica, quasi teatrale, facciata settecentesca di Villa Nani Mocenigo. La Villa progettata da Vincenzo Scamozzi alla fine del 1400 è la più significativa testimonianza della dominazione veneziana che a partire dal XV secolo interessù tutto l'entroterra veneto. All'interno del palazzo, in due sale, sono stati recuperati cicli pittorici attribuiti al quadraturista Girolamo Mengozzi Colonna. La Villa è ancora circondata dall'originale muro di cinta ed è dotata di un ampio giardino antistante, cappella gentilizia del 1500, rustici per la servitù e le scuderie.
Il parco è davvero stupendo e per questo fa da perfetta scenografia agli spettacoli delle rassegne annuali "Tra ville e giardini" e "Teatro in villa", con spettacoli ed eventi da non perdere.
LA LEGGENDA
Si narra che Villa Nani Mocenigo sia legata alla leggenda della “Contessa triste”che probabilmente vaga ancora , come fantasma, per le suntuose stanze della residenza.
Il fatto risale al 1600 quando una contessa Nani residente a Venezia venne lasciata dal suo amato.
Disperata si lasciò andare ad una tale tristezza che si pesava fosse impazzita. Il fratello Giovanni le ordinò di ritirarsi con la sua dama di compagnia spagnola a Canda per ritrovare pace e serenità. Passarono mesi ma il suo dolore non si placò. Un bel dì, come d’incanto, ritornò ad essere allegra e iniziò ad organizzare feste e a ricevere ospiti. Un giorno le due donne uscirono dalla dimora per recarsi dal fabbro e qualcuno le sentì ordinare dei “rasuri”(rasoi) .
Ai ricevimenti la contessa, bella e gentile, conquistava i cuori di molti uomini e li ricambiava generosamente ma dopo una notte d’amore il malcapitato amante spariva. Si cominciò ,ben presto, che la contessa gettasse i suoi amanti nel pozzo dei rasoi e che i poveracci raggiungessero il vicino Canal Bianco sfilettati come pesci. Una vendetta, una patologia o un dolore incontenibile? Mah non si è mai saputo né mai si saprà. Una cosa è comunque certa: un bel giorno sparirono sia la contesa che la sua dama.
Probabilmente un amante più scaltro deve aver scoperto il gioco maldestro e si vendicò secondo il detto : “ MORS TUA VITA MEA!”
SANTUARIO MADONNA DEI CUORI
Poco lontano dal centro, un minuscolo capitello della Madonna dei cuori custodisce un'immagine miracolosa della Vergine rinvenuta nel fango. Il nome curioso "cuori" deriva infatti da quore, cioè aree paludose.
E’ chiamato il Santuario Madonna dei Cuori. Il tempio venne eretto sopra ad un ponte sovrastante uno scolo ai margini del fondo “Fusa” un tempo di proprietà dei Conti Nani di Venezia .Al suo interno si venera il dipinto delle Vergine detta “dei Cuori” a motivo del cuore fiammeggiante che la Madonna tiene in mano.
Le teste della Vergine e del Bambino sono cinte da corone di metallo sbalzato, così anche le stelle sull'aureola della Madonna. Il dipinto originale è ad oggi invalutabile in quanto nel 1950 il pittore di Badia Ivan Tardivello eseguì una ridipintura.
All'interno il piccolo tempio è strutturato ad aula unica. La facciata è scandita da due coppie di lesene con timpano decorato con acroteri a croce, si nota anche un singolo altare risalente al 1745. Sul retro della chiesa si innalza un piccolo campanile con celletta con sulla sommità una cupola semisferica.
CHIESE DI SAN MICHELE ARCANGELO
Si trova all'interno dell'abitato, su Piazza Dante Alighieri, preceduta da un ampio sagrato, con orientamento Nord-Sud. La facciata è a salienti, con la parte centrale rinserrata da ampie lesene, su due ordini sovrapposti, separati da una cornice modanata in aggetto. Al centro delle lesene si trovano decorazioni a specchi rettangolari e a casula. La facciata è coronata da un frontone triangolare spezzato. Le parti laterali della facciata si raccordano a quella centrale con rampanti curvilinei, chiusi sui lati da pilastrini quadrati. Al centro si apre l'unico portale, con cornice modanata, coronato da un frontone triangolare su mensole. Nella parte superiore si apre centrale un ampio rosone, strombato, con cornice
modanata, con motivi circolari ai quattro lati. Nei fronti laterali, in mattoni a vista, così come nel presbiterio si aprono finestroni rettangolari. Sul retro l'abside semicircolare è forata sui lati da due finestroni rettangolari.
A San Michele Arcangelo, viene dedicata una sagra il 29 settembre dove è nata l’idea di presentare una piatto tipico polesano che sono i “gnocchi di patata dolci” conditi con formaggio grana, zucchero, cannella e burro fuso. Si fa nell'ultima settimana del mese di settembre. Un’ iniziativa che ha attirato e continua a farlo la curiosità e la partecipazione della gente, tanto che negli anni il consenso è stato sempre maggiore e accanto al tradizionale condimento ne sono stati aggiunti altri (ragu’, pomodoro, ai formaggi) al fine di accontentare tutti i gusti. Si accoglie gente da tutto il veneto, si arriva anche a 600/700 persone a serata. Quest’anno nel 2018 siamo alla 14° edizione.
Nel piccolo comune rivierasco è possibile quindi ammirare numerose bellezze architettoniche e artistiche, ma anche godersi piacevoli passeggiate a piedi o in bicicletta. A tal proposito verrà inaugurata al 28 settembre 2018 la pista ciclopedonale che collega Canda ai paesi limitrofi lungo le rive del CanalBianco.